Ottobre 2009
Nel 1609, Pierre de Lancre, consigliere del Re di Francia, viene inviato nel Labourd, regione basca al confine tra Spagna e Francia, per condurre una crociata contro le streghe.
Dalle descrizioni e dalle confessioni che ci ha lasciato quest’inquisitore, emerge la dimensione sociale e comunitaria dei riti sabbatici praticati in questi villaggi di pescatori. Sorta di fiere paesane, frequentate da migliaia di uomini e donne, questi culti del Sabba sono espressione di una comunità antichissima e della sua refrattarietà all’imposizione della proprietà privata e della logica produttivistica del capitalismo in ascesa.
L’incompatibilità di questi diavoli baschi con la modernità mercantile ne fa dei veri e propri indios interni, accomunati a quelle popolazioni di amerindi selvaggi che, proprio in quegli anni, conoscono l’apice di un genocidio condotto dai cristianissimi colonizzatori in nome della civiltà del denaro.
Non solo. In questa comunanza nell’alterità, e nella persecuzione, si intreccia un sotterraneo filo rosso di esperienze e percorsi, spirituali e di resistenza, a prima vista lontanissimi tra loro: dalle economie del dono di selvaggi ancora immersi nello stato di natura, alla morale evangelica autentica del non darsi pena del domani, dal comunismo profetico di Thomas Müntzer e dei contadini tedeschi in rivolta, al superamento estatico dei confini tra l’“io” e il “tu” vissuto da mistici e martiri di ogni fede.
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TRANSE E DEPENSE