APPUNTI DI UN INFANTE SU RECLUSIONE E RIVOLTA
Il testo che segue nasce da evasioni (im)possibili attuate durante il lockdown, incontri che hanno il sapore della clandestinità, case che divengono terreno di lotta e convivenza che diviene solidarietà e sinonimo di comunità. È un insieme di prospettive nate da discussioni affrontate sul come porsi dinanzi un
nuovo mondo che avanza, dove le emozioni vengono sradicate dal tessuto della vita. Un quadro sul quale sottoforma di una macchia si animano un miscuglio di stati d’animo, emozioni contrastanti e umori schizofrenicamente balenanti. La sua caoticità è figlia dei tempi in cui viviamo, somiglia ad un flusso di dati che passa su uno schermo, a informazioni sparate endovena attraverso un tubo catodico, ad una macchina che sfreccia su un viale distruggendo tutto ciò che incontra.
Rumore di ruote che fischiano sull’asfalto … Boom!
L’impatto con il reale che genera quadri di terribili meraviglie e sublimi orrori. Tale testo nasce dal caos rivelatosi durante un estatico silenzio dove si ode solo l’incrociarsi delle sciabole della vita e della morte. Ho cercato di dar voce al quotidiano e all’onirico, all’intessersi di differenti stati di coscienza pur di cogliere le diverse sfumature dell’esistente. Lo scrivere si afferma come veicolo di comunicazione, espressione di mondi e come l’intessere utopie nell’era della distanza. Il contatto avviene tramite lo scritto e l’atto.
Spero che dove non son giunto io, vi giunga chi leggerà queste parole e che questo incontrarsi possa essere l’inizio di un percorso che ci porti all’insurrezione e all’autogestione della vita…
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CON IL CUORE GONFIO DI SOGNI E NEGLI OCCHI LE STELLE