Maggio 2024
Da quando si è insediato due anni fa, il governo Meloni ha approvato una serie di leggi e decreti per colpire sia la dissidenza interna che alcune categorie di “indesiderabili”, in continuità con i governi che l’hanno preceduto. Ha cominciato con i “rave party”, per continuare con gli immigrati (cavallo di battaglia, in Italia, sia delle destre che della sinistra liberale, sia di alcune aree grigie delle formazioni post-staliniste), con i giovani delle periferie povere, con i gruppi ecologisti, per finire, recentemente – per mezzo del “decreto agricoltura” – con gli animalisti. In mezzo c’è anche un ennesimo “decreto sicurezza” che, firmato dal consiglio dei ministri nel novembre scorso, attende l’approvazione da parte del parlamento. Quest’ultimo provvedimento, se venisse approvato, porterà – oltre al solito aumento delle pene, delle sanzioni e delle misure di polizia – all’istituzione di nuovi articoli del codice penale, previsti per punire le proteste sia nelle carceri che nei centri di detenzione amministrativa per senza documenti. Anche la solidarietà esternata dall’esterno alle persone recluse che, non di rado, si ribellano e cercano di fuggire, sarà colpita attraverso il nuovo reato di “incitamento alla rivolta”…
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