Caru, cara, caro, carə, carɚ, caro, cara, car∞, carѯ, carᵯ҉
lett(o/r/*/ʇ)(re/ice/*/ɥ),
Questi testi non sono miei. Daltronde chi è questa mente, questo corpo? Non sarebbe meglio chiedersi cosa possono questa mente e questo corpo? O ancor meglio cosa possono le menti e i corpi? E queste parole? Che cosa sono queste parole? Ma, rincarando la dose, non sarebbe meglio chiedersi che cosa possono queste parole in relazione alle
menti e ai corpi? Ed ancor di più cosa possono le parole in una particolare congiuntura con corpi e menti? E cosa possono menti, corpi, parole e città che riverberano e si diffrangono tra di loro? Questi testi sono tentativi che attraversano corpi, menti, parole e città e hanno l’intento folle di spargersi e dimenarsi a più non posso ovunque, ad essere sfilacciati, spezzettati, ricomposti, digeriti, sfatti da altri corpi, menti, parole e città. E guai – pena: mazzate, persecuzioni e maledizioni – a chi abbia la malsana idea di trarci un qualsiasi profitto proprietario a partire da tutto ciò. Giuro che vi vengo a cercare se lo so, mannaggia alla miseria. Sì benefit.
Chest’è.
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7 RAPSODIE