Backgroound Image

PUNTARE I PIEDI – CONTRO IL DATA CENTER IN VAL DI NON

Dicembre 2024

Collettivo Terra e Libertà, ROVERETO

Sono cominciati i lavori di costruzione di un data center nella miniera Tassullo in Val di Non, al quale si dovrebbe affiancare anche un polo tecnologico di ricerca. Per ragionare criticamente su queste infrastrutture e sul mondo di cui sono parte si è svolta, l’8 novembre, una partecipata serata in una sala di Cles. Nel corso dell’incontro è emersa una certa volontà di contrastare tale progetto.
L’opuscolo che avete tra le mani raccoglie, insieme a una piccola scheda informativa, i tre interventi fatti a Cles. Non si tratta –come precisato anche durante la serata – di un’inchiesta specifica su quel progetto in particolare, ma di riflessioni a carattere più generale. Un’inchiesta più approfondita può nascere solo dentro una mobilitazione collettiva, alla quale questi primi materiali vogliono contribuire.
Gli “esperti” ci concedono magnanimamente due sole possibilità: o la delega in bianco o il finto dibattito sui dettagli tecnici. Quello che ci serve è l’esatto opposto. Invece di spalancare la bocca di fronte ai venditori di nuvole (digitali), si tratta di osservare con attenzione i rovesci del “mondo connesso” sul mondo reale, sull’ecosistema da cui dipendiamo e sulle nostre stesse vite quotidiane. Più l’intera società viene incarcerata tecnologicamente (e il progetto oggi è quello di buttar via la chiave), più le nostre esistenze si dibattono tra un assurdo senso di onnipotenza (tutto sembra a portata di un clic) e una fragilità strutturale. Valga, tra i tanti esempi possibili, ciò che è successo giovedì 28 novembre. È bastato un incidente durante l’installazione programmata di alcune tubature del gas in Svizzera per provocare anche in Italia la para-
lisi dei sistemi di pagamento con pos tramite bancomat e carte di credito. Le transazioni elettroniche sono gestite in Europa dalla multinazionale Worldline, i cui cavi sono stati tranciati, appunto, in quel cantiere svizzero. Affidare agli “assistenti digitali” persino l’apertura e la chiusura di porte e finestre (per non parlare dell’intrattenimento dei bambini…) sottrarrebbe, in caso di guasti, ogni senso metaforico all’espressione “mondo chiuso”.
Se non vogliamo perdere ciò che ancora ci rimane in termini di autonomia e di libertà, di acqua e di relazioni umane, dobbiamo guardare più in alto del nostro smartphone. E puntare bene i piedi per terra.

Scarica la versione stampa
PUNTARE I PIEDI